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Addio al pane caldo della domenica. Ma molti panificatori non ci stanno

pane_caldo_siciliaIl Decreto della Regione, emesso nell’ottobre scorso, impone chiusure e turnazioni. In corso un dibattito in cui Confesercenti e Confcommercio provano a far sentire la propria voce.
Michele Santitto, Coordinatore di Assopanificatori Confesercenti Sicilia: “Così si agevola solo la Grande Distribuzione e l’abusivismo”

Addio al pane caldo fumante da condire con olio, sale, pepe nero e da consumare in luogo del lauto pasto domenicale. Addio a meno che non intervengano Ordinanze di senso opposto, che non si riesca a comprendere il meccanismo delle turnazioni fra esercenti, che non vi siano due o tre giorni di festa in coincidenza con le domeniche.
E’ questo il senso di un Decreto emesso lo scorso ottobre dall’Assessorato alle Attività Produttive della Regione siciliana che, nei fatti, vieta il processo di panificazione nella giornata di domenica e nei giorni rossi del calendario distanti dalle domeniche stesse, al fine di garantire il giorno libero a quanti lavorano, specialmente da dipendenti, in questo settore.
Un Decreto che ha creato non pochi malumori, determinando un dibattito in cui adesso provano a far sentire la propria voce tanto Confcommercio quanto Confesercenti. Confcommercio, ad esempio, ha svolto e svolgerà Assemblee dei panificatori per monitorare il sentimento della Categoria rispetto ai nuovi dettami normativi. Ciò tenendo presente che a Catania e nell’hinterland ci sono sia i favorevoli alla chiusura sia quelli propensi all’apertura ad oltranza.
Le nuove disposizioni normative prevedono un’apposita Ordinanza comunale del Sindaco al fine di far rispettare, con costanti e puntuali controlli, la turnazione domenicale e nei festivi, per assicurare comunque alla cittadinanza l’approvvigionamento di pane fresco. Ma allo studio ci sono anche iniziative nel caso in cui dovesse prevalere una maggioranza che vuole restare aperta ad ogni costo.
Gli incontri organizzati da Confcommercio Catania con i panificatori hanno lo scopo di informare gli operatori del settore sulle nuove regole, poiché allo stato attuale chi panifica la domenica è soggetto a contravvenzione, ma non lo è chi si limita alla vendita. Ciò genera molta confusione nel Comparto. Anche perché la Grande Distribuzione è sempre aperta e le nuove regole potrebbero anche determinare una modifica delle abitudini di acquisto dei clienti. All’unanimità, quindi, i panificatori chiedono agli Organi preposti maggiori controlli su eventuali casi di abusivismo, con chiaro riferimento a chi vende il pane in piazza o su strada. Anche Confesercenti vuole vederci chiaro ma sottolinea positivamente il passaggio del Decreto che «prevede i requisiti professionali per l’esercizio dell’attività di panificazione: coloro che intendono intraprendere attività di panificazione devono aver frequentato con esito positivo un Corso di formazione professionale relativo al settore della panificazione oppure devono aver prestato la propria opera per almeno due anni nell’ultimo quinquennio presso imprese esercenti l’attività del settore della panificazione». «E’ un Decreto – dice Salvo Politino, Direttore di Confesercenti Catania – che punta a qualificare l’intera Categoria dei panificatori e a stabilirne i requisiti professionali. Lo considero un passo avanti, perché l’attività fino a oggi poteva essere svolta da chiunque e senza alcuna qualifica. E’ necessario regolamentarla per tutelare i consumatori, venendo però incontro alle esigenze degli Operatori del settore».
«Le norme sono da rivedere – dice Michele Santitto, Coordinatore di Assopanificatori Confesercenti – Il Decreto si impone grazie all’applicazione di una sanzione che va dai 3.000 ai 9.000 euro per le attività che svolgono l’intero ciclo produttivo del pane nelle giornate domenicali e festive; non viene sanzionata la doratura, quindi la produzione di un prodotto precedentemente preparato e surgelato, agevolando la Grande Distribuzione, a discapito dei piccoli artigiani che già faticano a sopravvivere a causa della concorrenza dovuta alla liberalizzazione delle licenze di panificazione, a coloro che producono e vendono pane in maniera abusiva e alla presenza, lo ripetiamo, dei Centri Commerciali. Tutto ciò si traduce in una svalutazione del lavoro delle piccole e medie imprese produttrici di pane che, per potere sopravvivere, si vedranno costrette a ridurre il personale dipendente. A breve valuteremo il da farsi».

Fonte: “lasicilia.it”