Il confronto per il rinnovo del CCNL della panificazione è ripartito lo scorso 8 settembre con l’incontro tra le delegazioni di Fippa, Assopanificatori-Fiesa Confesercenti e le organizzazioni dei lavoratori Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil.
Lo scorcio finale del 2015 sarà dedicato all’accelerazione del negoziato per il rinnovo del contratto della panificazione, insieme alle misure idonee al rafforzamento della bilateralità e specificamente di Ebipan e Fonsap.
A fronte della piattaforma rivendicativa delle sigle sindacali, le organizzazioni delle imprese hanno fornito il loro commento sui vari istituti contrattuali e sulle rivendicazioni salariali.
Assopanificatori ha condiviso gli auspici contenuti nella premessa circa un miglioramento delle attuali condizioni di mercato. Ma ha fatto notare che ad oggi la situazione del Paese sotto il profilo economico e sociale appare tuttora preoccupante e l’andamento dei consumi non mostra segni di miglioramenti. Appare pertanto un po’ azzardato, dopo 7 anni di crisi, immaginare a breve un inversione di tendenza. In questo senso i consumi continuano a premiare l’attrattiva del prezzo rispetto alla qualità delle produzioni artigiane, prova ne sono sia gli andamenti delle vendite degli hard discount che la continua moria di PMI artigiane e della vendita di pane. Il pane anche se continua ad essere una presenza fissa sulle tavole degli italiani non è immune da radicali cambiamenti negli stili di vita e nelle abitudini. Si pensi alla crescente attenzione alle diete, alle intolleranze alimentari e ai prodotti senza glutine.
Nel 2014 il consumo pro capite di pane degli italiani è sceso al minimo storico di circa 90 grammi al giorno; negli anni 80 era 230 grammi negli anni novanta 197, si è assistito a un inesorabile crollo. La spesa delle famiglie per “pane e cerali” dal 2007 (anno di inizio della crisi dei consumi) al 2013 si è ridotta del 15,4%. La spesa media mensile di pane e cerali è pari a 76,42 euro, quella specifica per pane, grissini e crackers a 30 euro, mentre Il prezzo del pane in questi anni ha subito rincari leggermente inferiori a quelli dei generi alimentari nel complesso (6,9% a fronte di un 7,5%); dato determinato dal pane fresco mentre il confezionato ha registrato aumenti tendenziali più alti.
Sulla parte della rivendicazione salaria, Assopanificatori ha evidenziato l’opportunità di una seria riflessione da effettuare dopo aver esaminato nel dettaglio complessivamente la piattaforma e delineato il nuovo quadro delle relazioni economiche e normative.
Positivo è stato l’apprezzamento sul funzionamento dell’Ente bilaterale anche se occorre dare più propulsività all’azione di sostegno e affiancamento alle imprese sia verso le attività a tutela della professionalità che verso quelle vocate allo sviluppo sia verso le imprese che verso i dipendenti. La Fiesa Assopanificatori condivide il prolungamento della durata contrattuale a 4 anni e la valorizzazione del ruolo di Ebipan nella divulgazione del CCNL e riafferma la validità dello strumento della contrattazione di secondo livello territoriale/aziendale, quale leva di valorizzazione delle relazioni peculiari dei singoli territori; in questa logica la contrattazione di secondo livello risponde a determinate caratteristiche/necessità territoriali e non può essere obbligata né tantomeno sostituita da elementi retributivi fissi determinati dal CCNL che finirebbero per essere comprensivi e assorbenti del ruolo del secondo livello, annullandolo e svuotandolo di significati, determinando un aumento del costo del lavoro avulso da un concetto di reale produttività