Dibattito in occasione della presentazione del libro “L’alimentazione equilibrata” dei Professori Eugenio Del Toma e Agostino Macrì
Anoressia, bulimia, alcolismo e obesità: sono circa 2 milioni, su un totale di 3 milioni e 209mila, i giovani italiani tra i 15 ed i 20 anni che manifestano un qualche tipo di disturbo alimentare. E che sono dunque esposti ai diversi fattori di rischio per lo sviluppo che ne derivano, da quelli biologici a quelli sociali.
Saranno questi i temi che animeranno il confronto organizzato da Fiesa Confesercenti in occasione della presentazione del libro “L’alimentazione equilibrata”, di Eugenio Del Toma e Agostino Macrì. L’appuntamento, che vedrà il contributo degli esperti dell’alimentazione e dei rappresentanti delle imprese di distribuzione alimentare è previsto per
Mercoledì 9 marzo alle ore 11.15
Auditorium Confesercenti
Via Nazionale, 60 – Roma
La diffusione dei disturbi alimentari sta assumendo nei paesi sviluppati sempre più i connotati della pandemia, con le conseguenti problematiche sanitarie, sociali ed economiche che interessano la collettività. Modelli alimentari troppo aggressivi e consumistici, mancanza di educazione ad una sana ed equilibrata alimentazione, pervasività e omologazione culturale a nuovi stereotipi comportamentali sono gli aspetti più evidenti di una deriva dell’alimentazione che rischia di compromettere lo stile di vita e il gusto dell’Italia a tavola. Nel nostro Paese, un terzo della popolazione è in sovrappeso e il 9,7% è obesa. A fronte di questi c’è anche uno 0.8% che finisce verso l’anoressia, con punte più alte verso l’età giovanile, con i primi segnali che si situano a fra i 12 e i 25 anni, con il momento più critico fra i 15 e i 19 anni. Mentre cresce e si amplia il dramma – sottostimato – dell’alcolismo, un universo che interessa circa un milione e mezzo di persone.
Il mondo dell’alimentazione e dei professionisti della distribuzione specializzata guarda allo svilupparsi di queste patologie con una duplice preoccupazione: da un lato per le ricadute sanitarie, in termini di disturbi e malattie, dall’altra per le importanti conseguenze sui consumi alimentari. Durante il confronto si approfondirà anche il possibile ruolo che possono giocare gli imprenditori specialisti dell’alimentazione nell’ambito dell’educazione alimentare. A partire dalla consapevolezza che consigliare di bere – e mangiare – il giusto, il buono ed il genuino può fornire un contributo importante alla salute ed al benessere di consumatori affezionati e fidelizzati.