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Flai Cgil Fai Cisl e Uila Uil proclamano lo stato di agitazione della panificazione

Comunicato Stampa

 Flai Cgil Fai Cisl e Uila Uil proclamano lo stato di agitazione della panificazione

Fiesa Assopanificatori Confesercenti: scelta incomprensibile

Lo stato di agitazione proclamato dai sindacati di settore nella panificazione ha dell’incomprensibile. Del resto loro stessi richiamano una situazione di 109 anni fa in cui si scioperava contro la riduzione delle paghe, quella del pane e delle rose.

Oggi nessuno vuole ridurre le paghe, i Sindacati dovrebbero prendere atto della grave crisi sanitaria, economica e sociale seguita alla pandemia, con decine e decine di migliaia di imprese chiuse, con interi settori, afferenti anche alla panificazione, in ginocchio;  con la riduzione dei consumi e un cambio epocale delle abitudini alimentari. In tutto questo, i sindacati omettono di dire che i panificatori non hanno mai fatto mancare lo stipendio ai propri addetti, anche quando i loro conti non tornavano, come continuano a non tornare. A fronte dei sacrifici degli imprenditori del settore che stentano a rimettersi nella gareggiata della normalità e della ripresa, presentano il conto del rinnovo del CCNL, che vuol dire al di là di tutte le discussioni svolte, più soldi.

“Le imprese non sono un bancomat, dove si inserisce la tessera e si preleva – ha detto il Presidente  Fiesa Assopanificatori Davide Trombini -.

Se non realizzano economia non generano reddito, né per sé né per altri. Il tentativo della rappresentanza imprenditoriale dei panificatori Confesercenti, che non ha mai chiuso il tavolo ed ha svolto quasi una decina di incontri, avendone programmato un altro per inizio settembre, è stato quello di tenere aperto il confronto e socializzare le questioni di settore per individuare le soluzioni più appropriate, in una visione di condivisione. Capire le modificazioni profonde che hanno portato l’emergenza sanitaria e le misure di distanziamento sociale nelle abitudini alimentari e dei consumi degli italiani;  capire come la crisi ha inciso sul settore; come rimodulare le politiche del lavoro nel settore e come regolare il funzionamento del personale; temi fondamentali per il futuro delle imprese e del lavoro nel nostro comparto. Sono stati fatti passi avanti e condivise alcune scelte. Lo stato di agitazione a questo punto per Fiesa Assopanificatori Confesercenti appare francamente incomprensibile, mentre è convocato per i primi di settembre il tavolo di confronto tra le parti. Ai Sindacati preme affrontare gli aspetti economici del rinnovo, temi che saranno affrontati non appena la situazione di emergenza sanitaria (ed economica) sarà risolta.”

Il fatto che le imprese della panificazione siano state aperte durante i lockdown non significa che non abbiamo avuto ripercussioni negative. Le aperture hanno garantito un servizio alla cittadinanza con rischi e oneri, anche economici, accollati solo alle imprese, chiamate a garantire la sicurezza dei consumatori e dei cittadini. Il tutto mentre interi settori cui rifornivano prodotti, come l’horeca, sono rimasti chiusi, con pesanti ripercussioni economiche. La crisi della vendita di pane non accenna a fermarsi ed anzi si è acuita con il confinamento domestico delle famiglie. L’e-commerce ha messo e sta mettendo in ginocchio tante attività collaterali alla panificazione.

Di questo il Sindacato non vuole parlare?

Il Sindacato smetta di interpretare la sua mission in chiave solo rivendicativa e salariale e cominci a pensare a mettere in sicurezza i posti di lavoro, faccia una politica industriale di media visione e  getti le basi per un consolidamento delle imprese.

Solo questo potrà garantire la ripresa economica e il benessere dei cittadini, imprenditori e lavoratori. L’alternativa è che il banco salti per tutti.

30 luglio 2021

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