In tre mesi il Sistema Confesercenti ha portato 50mila firme a sostegno della petizione #PizzaUnesco, che si prefigge di raccoglierne un milione a favore della Campagna di riconoscimento dell’arte dei ‘pizzaiuoli’ napoletani come patrimonio immateriale dell’umanità da parte dell’Unesco.
Le imprese associate hanno mostrato estremo interesse nella petizione, promossa da Alfonso Pecoraro Scanio con la Fondazione Univerde e a cui hanno aderito, oltre al Sistema Confesercenti, anche Coldiretti, Cna e l’Associazione dei Pizzaiuoli Napoletani. La Campagna ha già avuto oltre 700mila adesioni nel mondo e adesso, con il nostro contributo, ha fatto un’ulteriore passo in avanti verso il raggiungimento del traguardo prefissato. La pizza è uno dei prodotti simbolo della cucina e della cultura italiana nel mondo, probabilmente il più famoso e diffuso in assoluto. Ma è anche un patrimonio da preservare dagli effetti collaterali della globalizzazione. Per questo il sistema Confesercenti ha dato con convinzione il suo sostegno alla petizione #PizzaUnesco: la pizza napoletana, unico tipo di pizza italiana riconosciuta in ambito nazionale ed europeo, è infatti già ufficialmente riconosciuta come Specialità Tradizionale Garantita della Comunità Europea. Il riconoscimento da parte dell’Unesco proteggerebbe in tutto il mondo la pizza e l’economia ad essa legata. Riconoscere la pizza è quindi un’occasione unica per salvaguardare uno dei prodotti gastronomici Made in Italy più importanti.
Al di là dell’elemento simbolico, la pizza ha infatti un grande valore economico: il giro d’affari nel nostro Paese, tra pizzerie, pizza a taglio, panetterie e pizze surgelate, si aggira sui 12 miliardi l’anno. La scelta di Confesercenti di sostenere questa iniziativa nasce dalla convinzione che il riconoscimento da parte dell’Unesco possa dare il meritato valore ad uno dei prodotti Made in Italy più famosi al mondo. Ma la petizione serve anche a riportare l’attenzione sulle produzioni di pizza di alta qualità, fatte rispettando i tempi naturali di lievitazione e usando ingredienti di prima scelta, come la grande tradizione dei piazzaioli italiani prevede. Una ri-valorizzazione che non può che essere positiva per un piatto che rappresenta una parte importantissima dell’offerta dei pubblici esercizi in Italia.