Oggi è stata presentata la proposta di Legge n. 3265 “Disposizioni in materia di produzione e vendita del pane” assegnata in questi giorni alla Commissione Agricoltura da parte dell’onorevole Giuseppe Romanini
“Si tratta di un percorso legislativo compiuto anche su nostro stimolo”, spiega Assopanificatori Confesercenti. “Le buone norme sono quelle che tengono conto delle esigenze degli operatori e dei cittadini. Nel nostro settore i consumi continuano a premiare l’attrattiva del prezzo, rispetto alla qualità delle produzioni artigiane, prova ne sono sia gli andamenti delle vendite degli hard discount che la continua moria di PMI artigiane e della vendita di pane. Negli ultimi anni abbiamo assistito al dilagare delle produzioni industriali di pane e di prodotti da forno la cui provenienza è – almeno per le materie e i preparati di base – di origine estera. Siamo, poi, in presenza di crescenti quantitativi di produzioni industriali di pane e prodotti da forno e per la prima colazione derivanti da semilavorati e prodotti surgelati che arrivano dall’estero, talvolta da aziende delocalizzate”.
“Le trasformazioni tecnologiche e sociali degli ultimi decenni – riporta la proposta di Legge – hanno modificato la modalità di produzione e vendita del pane e le tecniche di conservazione del freddo hanno reso l’offerta di questo prodotto estremamente variegata. Il consumatore oggi, infatti, può scegliere fra pane fresco, pane confezionato e presurgelato e altri prodotti da forno simili. In sostanza, ad oggi, la legge non garantisce il consumatore nel riconoscimento del pane fresco artigianale rispetto al pane conservato, distinzione estremamente necessaria non solo per i panificatori, a anche gli acquirenti che devono essere messi nelle condizioni di sapere cosa stanno acquistando”.
“Esprimiamo grande apprezzamento – conclude Assopanificatori – per questa proposta che non solo va a tutela dei cittadini, ma anche della tipicità e della specificità del pane artigianale italiano. Un comparto di estrema importanza per l’economia del Paese con quasi 25.000 imprese che impiegano oltre 106.000 addetti. Va anche ricordato che il prezzo del pane, in questi anni, ha subito rincari leggermente inferiori a quelli dei generi alimentari nel complesso (6,9% a fronte di un 7,5%): un dato determinato dal pane fresco, a dimostrazione che qualità e convenienza sono un binomio proprio del nostro settore”.
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