Confronto su km 0 e PDL sostegni alle Pmi alimentari. Focus su legge antispreco con l’on Gadda.
Panificatori vicini al rinnovo del CCNL
La Presidenza Nazionale Fiesa si è riunita il 26 maggio 2022 alle ore 14.30 in video conferenza per discutere della Proposta di Legge per la valorizzazione dei prodotti agricoli e alimentari a Km 0 e da filiera corta, della Proposta di Legge “Agevolazioni fiscali per il sostegno dei piccoli esercizi commerciali al dettaglio di valorizzazione degli esercizi di vicinato alimentare e svolgere un Focus sulla legge Gadda n° 166/2016, di contrasto agli sprechi alimentari. Su questi punti la Presidenza si è confrontata con l’on. Maria Chiara Gadda.
La Presidenza ha anche approfondito i temi delle Relazioni industriali e del rinnovo del CCNL della panificazione e dell’ Avviso comune con Flai Fai e Uila, del Settore carni, dei problemi sanitari e Sviluppi OICB e della Formazione, riformulazione del piano formativo Unitelma La Sapienza.
La Presidenza ha anche affrontato il tema dei buoni pasto e delle criticità del sistema.
Ha aperto i lavori, illustrando l’odg, il coordinatore Gaetano Pergamo che ha dato il benvenuto ai partecipanti e alla on. Gadda, ringraziandola per la disponibilità al confronto e alla collaborazione.
Subito dopo il Presidente Erasmi ha introdotto alcuni temi all’odg, soffermandosi sulle questioni legislative rimesse al confronto di Presidenza chiedendo al Coordinatore di introdurre i singoli provvedimenti.
Il Coordinatore ha illustrato la posizione Fiesa sulla PDL “Norme per la valorizzazione e la promozione dei prodotti agricoli e alimentari a chilometro zero e di quelli provenienti da filiera corta”, in fase di approvazione alla Camera, ribadendo la contrarietà ad alcuni aspetti della Proposta stessa.
Il Coordinatore ha ricordato che la Fiesa – Confesercenti nazionale, pur apprezzando le finalità della Proposta di Legge in oggetto, ha segnalato ai Ministri competenti e alle Istituzioni parlamentari la propria contrarietà alla Proposta in oggetto, così come modificata e trasmessa dal Senato il 16 marzo 2022 u.s., in continuità con quanto già evidenziato nel Documento di Osservazioni, già presentato in Commissione XIII (Agricoltura) durante l’Audizione del 3 ottobre 2018. Nella nota, Fiesa ha ricordato che in particolare, risulta poco idonea alla definizione di KM 0 la locuzione “non superiore a 70 chilometri di raggio dal luogo di vendita” essendo più congrua una definizione ben più circoscritta- tipo il comune di produzione- e comunque non superiore a 35 chilometri di raggio dal luogo di vendita. Il Presidente Assofrutterie Daniele Mariani ha ribadito ancora una volta la delusione per il mancato recepimento della proposta di emendamento finalizzata a fornire elementi di trasparenza ai consumatori con la espressa previsione che gli imprenditori agricoli, nell’ambito della vendita diretta sul proprio fondo debbano segnalare espressamente con appositi cartelli i prodotti venduti ed ottenuti esclusivamente nel loro fondo, nel rispetto della disciplina comunitaria e nazionale in tema di etichettatura, tracciabilità, igiene e sanità dei prodotti stessi, e dei relativi trattamenti anticrittogamici, per garantire la salubrità e la qualità dei beni commercializzati dalle aziende stesse, nonché tutelare la corretta e trasparente informazione ai consumatori che si recano nei suddetti punti vendita con la convinzione di acquistare beni prodotti dall’agricoltore. Mariani ha anche fatto notare che già oggi sul territorio nazionale i comuni riservano agli imprenditori agricoli aree mercatali spesso rimaste vuote. Prevedere di riservare loro almeno il 30 per cento del totale dell’area destinata al mercato appare oltre che sproporzionato anche invasiva della legittima competenza di programmazione degli enti locali. Assofrutterie Confesercenti, infine, ha sottolineato che la crescente asimmetria concorrenziale a favore degli operatori agricoli sta determinando una forte contrazione della presenza degli esercenti professionali della distribuzione specializzata ortofrutticola, a tutto detrimento della filiera agricola e del servizio di vicinato alimentare, con gravi danni per i territori rurali e le aree disagiate, auspicando una correzione- con appositi emendamenti, anche successivi- in senso concorrenziale e proattivo del testo in approvazione alla Camera. Sul punto l’on Gadda ha dichiarato le proprie perplessità sia in ordine alla definizione di Km 0-eccessiva sotto tutti i punti di vista- che in relazione all’introduzione di un marchio che contraddistingua i prodotti a Km 0, che alla riserva del 30% delle aree mercatali, giudicata non rispettosa delle peculiarità dei territori e delle autonomie locali, dicendosi disponibile ad esaminare ipotesi di correzioni emendative.
È stato poi affrontato il tema della Proposta di Legge d’iniziativa della presidente della X Commissione della Camera dei deputati on. Martina Nardi su “Misure per il sostegno ai servizi commerciali primari nei centri storici, nei centri commerciali naturali e nelle aree periferiche” prendendo atto che non ci sono materialmente i tempi per un ordinario processo legislativo in considerazione della imminente scadenza della Legislatura. La Presidenza ha quindi chiesto di verificare la possibilità e la disponibilità di interventi normativi mirati e congrui alle finalità in questa fase della legislatura, puntando su alcuni aspetti come l’introduzione del regime forfettario per le imprese di vicinato alimentare e l’istituzione di un fondo per il contrasto alla desertificazione commerciale. In questo senso la Presidenza ha dato mandato al Presidente Erasmi di muovere proposte concrete utili al conseguimento degli obiettivi. Sulla Proposta, la on. Gadda ha evidenziato che i tempi parlamentari sono ormai molto ristretti e più corretto, ai fini del risultato, appare l’ipotesi di interventi mirati ad alcune delle previsioni legislative, sostenendole per tempo e con il pieno coinvolgimento del Parlamento, dicendosi disponibile al confronto.
Sul Focus sulla L.166/2016 di contrasto agli sprechi alimentari e non solo, si è svolto un approfondito esame dell’applicazione della norma, anche con testimonianze dirette degli imprenditori in video collegamento. Il dibattito ha evidenziato che coniugare solidarietà e sostenibilità, destinando a chi ha bisogno le eccedenze alimentari è una pratica molto diffusa tra le Pmi della distribuzione alimentare anche se spesso accade che questo avvenga fuori dal circuito della Legge Gadda, che premia le imprese virtuose con abbattimenti fiscali ai fini iva e con sconti Tari. Questi ultimi due aspetti, per motivi diversi, sono ancora poco conosciuti dalla platea delle Pmi, nonostante lo sforzo profuso in comunicazioni, iniziative, manifestazioni. Su questi temi la Fiesa e anche la Confesercenti, nel corso degli anni hanno sviluppato diverse collaborazioni con enti ed istituzioni primarie per contrastare lo spreco alimentare. Dal patto con Last Minute Market e Federconsumatori siglato nel novembre 2016, all’intesa con Anci per favorire ed incentivare comportamenti solidali, promuovendo presso i Comuni italiani le opportunità connesse all’applicazione della legge n.166/2016, tra cui la possibilità di prevedere incentivi per le attività che effettuano donazioni verso chi è in difficoltà, al protocollo con la Comunità di S. Egidio, alla creazione di BitGood, la piattaforma digitale anti-spreco che mette in relazione, in modo semplice e privo di rischi, chi possiede delle eccedenze alimentari con le organizzazioni no profit che si occupano della distribuzione a fini sociali, producendo automaticamente tutta la documentazione necessaria per l’accesso alle agevolazioni fiscali previste, grazie alle quali le Pmi che fanno solidarietà possono risparmiare in termini di imposte. “In questi anni le imprese di Confesercenti del settore della distribuzione alimentare – ha detto il Presidente Fiesa Daniele Erasmi – hanno dato vita ad iniziative varie per la sostenibilità, sociale ed ambientale, favorendo il ricollocamento delle eccedenze alimentari e non solo attraverso i canali della rete solidale territoriale, molto spesso non strutturata e non attrezzata per il rilascio dei documenti necessari al riconoscimento dei benefici fiscali. La rete della solidarietà sociale, del no profit, delle associazioni territoriali, non sempre hanno tutti i requisiti per la ricollocazione dei cibi in eccedenza che resta un’operazione complicata perché a seconda della merceologia occorre un’adeguata organizzazione. Tuttavia, le nostre imprese si rivolgono alla rete sociale, a cominciare dalle Caritas. Confesercenti con il progetto BitGood ha messo a sistema uno strumento che può diventare un volano per diffondere ancora di più le buone pratiche. Rinnoviamo l’invito alle nostre imprese di fare riferimento a BitGood per contrastare lo spreco alimentare, in quanto può agevolare una serie di incombenze.”
Per la on. Gadda la Legge funziona abbastanza bene tra le imprese più strutturate che si rivolgono a grandi operatori della solidarietà sociale, ma dovrebbe farsi di più per la diffusione delle buone pratiche tra le Pmi in quanto emerge chiaramente che in molte parti del territorio, anche in presenza di buone pratiche, non si fa ricorso ai benefici fiscali o tributari che invece potrebbero incentivare ancora di più i processi virtuosi di recupero delle eccedenze alimentari e di economia circolare. Influiscono tanti fattori: dai mezzi di trasporto idonei, non sempre disponibili nelle piccole realtà della rete solidaristica, al personale attento, alla capacità di garantire la catena del freddo o quella del caldo, di ricollocazione temporale in linea con le caratteristiche merceologiche dei prodotti. Ma abbiamo intrapreso un percorso virtuoso che si va strutturando e su questo occorre lavorare, magari finalizzando alcuni modelli operativi per le Pmi, utilizzando strumenti e piattaforme come BitGood. Sulla base di questa discussione, la Presidenza ha deliberato di costruire un modello gestionale semplificato che potrebbe essere implementato nelle buone pratiche aziendali, dando mandato al Presidente Erasmi di attivarsi in ambito confederale per la messa a punto.
La Presidenza ha quindi affrontato il tema dei buoni pasto. Su questo aspetto il Presidente Erasmi ha illustrato lo stato dell’arte e le criticità del sistema a partire dalle commissioni che pesano per il 15- 18% e stanno svuotando il valore dei buoni pasto. Il sistema che ruota intorno ai ticket e al servizio sostitutivo di mensa- un servizio che gode di un regime fiscale privilegiato, di primaria importanza per 3 milioni di lavoratori – rischia di collassare in quanto la distribuzione alimentare (negozi, superette, gastronomie, rosticcerie, laboratori artigiani…) non è più nelle condizioni di reggere commissioni che in molti casi superano i margini operativi delle imprese, una condizione economica non più gestibile. Per garantire la qualità e la continuità di un servizio essenziale per milioni di consumatori per Erasmi non si può prescindere dalla sostenibilità delle imprese che quel servizio garantiscono. Si tratta di un servizio di pubblica utilità, in quanto interviene in sostituzione del servizio sostitutivo di mensa che lo Stato sostiene con politiche fiscali di detassazione. Un servizio che le imprese forniscono con propri investimenti e a proprio rischio, in quanto anticipano valori. Il Presidente Fiesa ha proseguito dicendo che bisogna agire con rapidità su tre elementi: l’abbattimento delle commissioni che oggi gravano in modo sproporzionato sulla distribuzione (mediamente tra il 15 e il 18%), la regolamentazione dei rimborsi e dei tempi di pagamento e la revisione dei meccanismi di gara per l’aggiudicazione del servizio di fornitura dei buoni pasto, con una copertura fidejussoria adeguata a carico delle società emettitrici partecipanti agli appalti e una forte premialità per la garanzia di continuità, di prossimità, di qualità e capillarità del servizio offerto, assunto alla base della valutazione economica vantaggiosa, superando lo schematismo penalizzante del maggior ribasso a danno del servizio, poiché questo significa, in ultima analisi, danneggiare i cittadini. Invece stiamo assistendo- ha continuato Erasmi- ad un operazione in cui il regolatore pubblico cerca di scaricare sulla rete distributiva le contraddizioni della propria politica per compensazioni di bilancio. In assenza di una revisione del sistema su questi tre punti, la distribuzione alimentare rischia di non essere in grado di continuare a garantire l’accettazione dei ticket ed oggi è in forte fermento, immaginando azioni di protesta come la rinuncia a fornire il servizio. Perché occorre valutare che oltre alle onerose commissioni ci sono anche costosi oneri di gestione amministrativa (pos, commissioni bancarie, contabilizzazione, spedizioni, dispersione e danneggiamenti ticket…). In questa battaglia, esercenti e consumatori devono stare dalla stessa parte: garantire il valore facciale dei buoni pasto e impegnarsi perché ulteriori ipotesi di defiscalizzazioni dei buoni oltre le attuali soglie siano condizionate a criteri equitativi, di sostenibilità e al contenimento dei costi di commissioni, insieme ad adeguate garanzie fidejussorie a carico delle società emettitrici dei ticket per evitare il ripetersi di fallimenti che vengono fatti pagare agli esercenti, come anche di recente è avvenuto. Anche su questo aspetto la on. Gadda si è detta disponibile ad essere a fianco delle imprese, perché ha riconosciuto le contraddizioni di un sistema che rischia di danneggiare cittadini e imprese e pronta ove occorresse a svolgere interrogazioni parlamentari e a formulare proposte legislative.
La Presidenza Fiesa ha quindi ringraziato la parlamentare per la cortese presenza e la disponibilità al confronto dimostrata.
La Presidenza ha quindi affrontato il tema del rinnovo del CCNL della panificazione. Il Presiedente Assopanificatori Davide Trombini ha illustrato il grave momento che attraversa il settore alle prese con i rincari energetici e delle materie prime, grano e mais e oli di semi; rincari che pesano sulle economie aziendali alle prese anche con il rinnovo del contratto scaduto da oltre 3 anni. Con i sindacati- ha detto Trombini- si è fatto un buon lavoro, anche se non sono mancati i momenti di tensione. Abbiamo condiviso alcune innovazioni contrattuali in materia di lavoro a tempo determinato, di riclassificazione delle mansioni, di lavoro intermittente e di rafforzamento della bilateralità a favore dei lavoratori e delle imprese per dire alcune cose più importanti che danno una maggiore flessibilità alle imprese in tema di gestione del personale e più prestazioni al settore. Si sta definendo la quantificazione economica del rinnovo, dell’una tantum per la vacatio contrattuale e gli aumenti in busta paga che cercheremo di diluire per non appesantire i bilanci aziendali. Occorre ancora un supplemento di confronto con il sindacato ma il grosso del lavoro è stato fatto perché il nostro tavolo è sempre restato in attività.
Selle problematiche del settore carni e delle questioni della peste suina, il Presidente Gianpaolo Angelotti delegato Assomacellai, ha chiaramente detto che occorre il massimo di severità e attenzione, isolando i focolai e intervenendo con misure drastiche utili a circoscrivere il diffondersi della peste che rischia di fare danni enormi al patrimonio suinicolo nazionale con grandi ripercussioni sulla filiera e sui consumi, condividendo le misure pubbliche prese a cui non mancherà il consenso già espresso al Ministero della Salute per provvedimenti necessari.
Infine, è stato affrontato il tema della formazione e del rilancio del corso di preparazione universitaria con Unitelma La Sapienza in materia igienico sanitaria e giuridico-amministrativo per la preparazione sia degli operatori che desiderano perfezionare le loro conoscenze che per i funzionari territoriali. Sul corso il collega Angelo Pellegrino, delegato alla formazione, ha relazionato fornendo le informazioni sul lavoro svolto con i docenti di Unitelma di semplificazione del corso per renderlo più snello e più aderente alle esigenze delle imprese.