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Unesco, Italia candida la pizza a «patrimonio dell’umanità»

pizza_patrimonio _unescoLa Commissione italiana per l’Unesco si è espressa dopo aver valutato una petizione che ha raccolto 800mila firme in tutto il mondo. Ora il dossier sarà trasmesso all’Unesco: la decisione definitiva nel 2017

«L’arte dei pizzaiuoli napoletani» sarà l’unica candidatura Italiana nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco. Lo ha deciso all’unanimità la Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco su proposta del Ministero dell’Agricoltura e con il sostegno del Ministero degli Esteri, dell’Università, dell’Ambiente, dell’Economia. Scelta perché «rappresenta l’Italia in tutto il mondo». «Proseguiamo a valorizzare il Made in Italy dopo il grande successo di Expo», commenta il Ministro Martina. Ora il dossier sarà trasmesso all’Unesco e inizierà un lungo e complesso negoziato che coinvolgerà oltre 200 Paesi, «specialmente perché fino ad ora mai l’Unesco ha iscritto una tradizione connessa ad una produzione alimentare», osserva il curatore legale del dossier Pierluigi Petrillo.

La scelta nel 2017 – La candidatura dell’«L’arte dei pizzaiuoli napoletani» sarà valutata dall’Unesco, con sede a Parigi, nel 2017. Per la Commissione designatrice «l’arte dei pizzaiuoli ha svolto una funzione di riscatto sociale, elemento identitario di un popolo, non solo quello napoletano, ma quello dell’Italia. È un marchio di italianità nel mondo». E questa candidatura evita il rischio «scippo» da parte degli americani che nei giorni scorsi avevano annunciato la candidatura della «pizza» american-style. La decisione conferma quanto la Commissione aveva già deliberato un anno fa ma che poi non aveva avuto seguito per motivi tecnici legati alle procedure Unesco. Non è stata invece ripresentata la candidatura della «Perdonanza Celestiniana dell’Aquila».

Fan da tutto il mondo – La candidatura era stata supportata da 850mila firme messe sotto alla petizione «#PizzaUnesco» per il riconoscimento dell’arte dei pizzaioli partenopei come «bene immateriale culturale dell’umanità». Firme non solo italiane: 100mila supporters sono arrivati dal Giappone, altri 100mila da Brasile e Argentina. Anche Confesercenti ha confermato di aver raccolto altre 50mila firme, in tre mesi, da quando, cioè, l’Associazione ha aderito all’iniziativa, spinta dalla convinzione che il riconoscimento della pizza come patrimonio dell’umanità sia un modo per dare valore immediato a uno dei più famosi prodotti del Made in Italy. Il Comune di Napoli ha consegnato lunedì 29 febbraio le 10mila firme raccolte in città ed altre 5mila sono arrivate ieri sera sulla piattaforma change.org dopo l’invito a sostenere la pizza di Jimmy Ghione, in un servizio a «Striscia la notizia».

di Valentina Santarpia
Da Corriere della Sera/Cucina/notizie