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Weekend 26-27 dicembre 2015

Alfons Mucha e le atmosfere art nouveau a Palazzo Reale di Milano

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Con oltre 220 opere la mostra “Alfons Mucha e le atmosfere art nouveau”, a Palazzo Reale fino al 20 marzo 2016, propone al pubblico un percorso variegato e complesso che ricostruisce il gusto elegante, prezioso e sensuale dell’epoca attraverso le creazioni di Alfons Mucha, gli arredi e le opere d’arte decorativa di artisti e manifatture europei, attivi nello stesso periodo storico. La mostra è curata da Karel SRP, già curatore della mostra sull’artista tenutasi a Praga nel 2013, e da Stefania Cretella, studiosa di arti decorative, per la parte dedicata alle arti decorative del periodo art nouveau. Il nucleo principale è costituito da 149 opere tra affiches e pannelli decorativi di Alfons Mucha (1860-1939), provenienti dalla Richard Fuxa Foundation.

Sapori di Natale: A differenza di molte altre Regioni, la Lombardia è quella che in assoluto presenta una forte diversità territoriale sulle usanze e tradizioni gastronomiche natalizie.
Nella zona di Mantova la tradizione della Vigilia di Natale, quando il menù deve essere rigorosamente di magro, prevede i tortelli di zucca, mentre come secondo piatto viene servito il pesce. Il piatto forte del Pranzo di Natale è invece una polenta con un sugo ricco di salsicce e carni di maiale. Sui tortelli di zucca esiste tutta una letteratura: non si potrebbe immaginare una Vigilia senza tortelli, che sono, in conclusione (anche per il colore del frutto adombrante l’immagine dell’oro) il segno materiale con cui si vuole propiziare il benessere familiare e rappresentare simbolicamente il misticismo della festa, la quale, altrimenti non “farebbe” Natale.
Il tradizionale pranzo di Natale a Milano ha da sempre, come piatti forti, i ravioli in brodo, i lessi misti e il tacchino arrosto. Per i dolci, non mancano mai il torrone e il panettone.
Il Pranzo natalizio del comasco è prevalentemente a base di gnocchetti di fegato e tortelli in brodo di cappone e di cappone lesso, seguito dai dolci tipici locali: “mataloc” e “paradel”.
Il menù tradizionale nel pavese prevede agnolotti in brodo di cappone, risotto, gallina ripiena e mostarda.
A Voghera invece del risotto si porta in tavola la “peperata”, una zuppa di pangrattato, salsiccia e sugo d’arrosto, insaporita con zafferano. Il dolce tipico natalizio è il croccante di mandorle, mentre un tempo per la frutta si evitava accuratamente la mela, pomo della discordia.
Nella zona di Cremona il torrone è il dolce più diffuso delle feste, mentre nell’Alta Brianza, il piatto tradizionale era la polenta, con un sugo di interiora di pollo: infatti la seconda portata era costituita in molti casi di pollo arrosto.
Nella zona di Varese il Pranzo tipico di Natale prevede agnolotti in brodo di cappone e tacchino ripieno con le castagne.

 

Anche Carrà nella mostra in Lucchesia

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Ottanta dipinti, molti dei quali provenienti da collezioni private, sono in mostra a Lucca fino al 17 gennaio, con il titolo ‘Dipingere l’incantesimo – Pittori nelle terre di Lucchesia di inizio ’900′. L’esposizione, allestita nel palazzo esposizioni della Fondazione Banca del Monte di Lucca, ha tra i suoi pezzi forti, due opere di Carlo Carrà, tra cui ‘Fiumetto grande’, entrambe dipinte nel periodo in cui è stato ospite a casa Pascoli a Coreglia Antelminelli.

Sapori di Natale: Durante il periodo delle feste, in tutta la Toscana si susseguono riti, usanze e rievocazioni, spesso associate al consumo di cibi tradizionali. Un tempo la cena della Vigilia, rigorosamente di magro, era costituita da una minestra di ceci e baccalà con ceci, accompagnata talvolta con le castagne secche cotte in acqua leggermente salata.
Il Pranzo di Natale prevedeva cappelletti, o altra pasta ripiena, in brodo di cappone e cappone lesso, o in alternativa tortellini al sugo e tacchino arrosto. Oggi in molte famiglie, durante il periodo delle feste, si consuma la parmigiana di cardi, mentre tra i dolci, spiccano quelli della tradizione senese, il buccellato di Lucca e le pagnottelle di pasta di pane con uvetta, pinoli, noci, nocciole, mandorle, fichi secchi e cioccolata, conditi con poco olio, che preparavano le donne dei pescatori dell’Argentario.

 

 L’arte presepiale a Montevergine fino al 31 gennaio

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Si è aperta la manifestazione “L’Oro di Montevergine” che fino al 31 gennaio 2016, vive il quarto ed ultimo capitolo affascinando con l’arte presepiale, le icone della Madonna, la musica da camera e il teatro. Per la prima volta saranno mostrate al pubblico 35 preziosissime icone rappresentanti la Madonna con Gesù Bambino. Gioielli di arte e fede tra il XVII e il XIX secolo, le icone provengono dalla Russia, dalla Grecia e dai Balcani e fanno parte della Donazione dell’Abate Tamburrino e della Collezione privata della Comunità Benedettina, il progetto scientifico e il coordinamento organizzativo sono curati da Mediateur.

Sapori di Natale: In Campania, il cenone della Vigilia di Natale è ricco e sontuoso anche nelle famiglie più povere. Spessissimo il primo è costituito dagli spaghetti con vongole, seguiti dal baccalà fritto e in umido, dal capitone fritto e dal fritto misto (carciofi, pane, fegato, cardi, ecc..). Solitamente le torte salate precedono i dolci, a partire dagli “struffoli”, le paste di mandorle, i “mostaccioli”, i “sussamieli”.
Il menù del Pranzo di Natale è decisamente libero, nonostante sia composto da piatti ricchi, ad eccezione del dolce che prevede ancora gli “struffoli” e di un’insalata della “di rinforzo”.
Il menù del Pranzo di Natale tipicamente tradizionale iniziava con le tagliatelle all’uovo, prima del piatto forte che era la tacchina al forno con patatine novelle. Poi il momento del vero trionfo era la frittura: panzarotti, sfogliatelle di ricotta, fegatini, cervello, animelle, mozzarelle, scarola, pizzelle all’uovo, dadi di polenta, carciofi, funghi. Una grande avventura, che si chiudeva con finocchi e ravanelli conditi con olio, sale e pepe. E per finire i dolci: struffoli nel croccante, pasta di mandorle, torroncini, roccocò, raffioli, susamielli.