Al Museo Archeologico Regionale di Aosta dall’8 aprile al 24 settembre 2017: “Giovanni Segantini e i pittori della montagna”
La mostra, articolata in sette sezioni, espone lavori di Giovanni Segantini realizzati durante gli anni trascorsi in Brianza, dove si evince la sua passione per la montagna, con opere che hanno come soggetti le vedute estive, le scene di vita campestre e contadina, i paesaggi antropizzati, i ricordi alpini, i laghi, i tramonti, i notturni e le vedute dei grandi paesaggi innevati. A queste si aggiunge una sezione dedicata a Italo Mus, il pittore valdostano più noto e ammirato del XX° secolo, di cui ricorre nel 2017 il cinquantesimo anniversario della scomparsa. Ad affiancare queste opere ci sono una cinquantina di artisti tra i quali: Vittore Grubicy, Emilio Longoni, Baldassarre Longoni, Carlo Fornara, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Lorenzo Delleani, Cesare Maggi, Leonardo Roda, Fortunato Depero.
Orario: 9 – 19 tutti i giorni.
Sapori del territorio: “Valle d’Aosta Jambon de Bosses Dop” – Prodotto da cosce di suino fresche, salato e naturalmente stagionato, da conservare crudo. Peso non inferiore a 7 kg. dopo la stagionatura, forma naturalmente semipressata, con legatura a mezzo corda passante per un foro nella parte superiore del gambo. Il colore al taglio è tendenzialmente rosso vinoso con fibra consistente, lardo sodo e brillante talora con sfumatura rosa sulla parte esterna. Il gusto è caratteristico, delicato, leggermente salato con punta di dolce e sottofondo aromatico, con una delicata venatura di selvatico.
A Bologna – Palazzo Albergati dall’11 aprile al 17 settembre: “Mirò! Sogno e colore”
130 opere, tra cui 100 olii bellissimi e di grande formato, che provengono dalla Fondazione Pilar i Joan Mirò. Una collezione donata dall’artista e da sua moglie che conta 5000 pezzi e conserva ancora pennelli, tavolozze e attrezzi del mestiere. Una mostra che presenta la produzione degli ultimi trent’anni della vita di Miró, un periodo legato all’isola di Maiorca, dove l’artista catalano ha vissuto dal 1956 al 1983 (anno della sua morte) e che vede come soggetti donne, paesaggi monocromi e uccelli, accanto a lavori, quelli degli ultimi anni, fatti con le dita, stendendo il colore con i pugni mentre si cimentava nella pittura materica, spalmando gli impasti su compensato, cartone e materiali di riciclo.
Orari di apertura: 10 – 20 tutti i giorni.
Sapori del territorio: “Cagnina di Romagna Doc” – Vitigni: Refosco e uve dei vitigni tradizionali raccomandati o autorizzati nelle provincie di Ravenna e Forlì.
Colore rosso violaceo; odore vinoso, caratteristico; sapore dolce, di corpo, un po’ tannico, leggermente acidulo, gradazione alcolica complessiva minima: 11°.
Dal 16 giugno al 30 ottobre 2017: “Il mondo che non c’era”. Museo Archeologico Nazionale di Napoli
200 opere d’arte della “Fondazione Giancarlo Ligabue”, espressione delle grandi civiltà della cosiddetta Mesoamerica (gran parte del Messico, Guatemala, Belize, una parte dell’Honduras e del Salvador) e il territorio di Panama. Dagli Olmechi ai Maya, dagli Aztechi ai Coclé. La mostra racconta le Ande (Colombia, Ecuador, Perù e Bolivia, fino a Cile e Argentina), dalla cultura Chavin, a Tiahuanaco e Moche, fino agli Inca. Un grande viaggio nelle civiltà precolombiane: vita, costumi e cosmogonie delle culture Meso e Sudamericane prima di Colombo. Attraverso le opere d’arte si arriva a scoprire le società, i miti, le divinità, i giochi, le scritture, le capacità tecniche e artistiche di quei popoli. Troviamo rarissime maschere in pietra di Teotihuacan, vasi Maya d’epoca classica, statuette antropomorfe della cultura Olmeca (che tanto affascinarono Frida Kahlo e gli artisti surrealisti), Veneri ecuadoriane di Valdivia, sculture azteche e straordinari oggetti in oro. Tutto questo è contenuto in una delle collezioni più complete e importanti in quest’ambito in Italia. A quasi due anni dalla sua scomparsa, questa esposizione vuole essere anche un omaggio alla figura di Giancarlo Ligabue (1931-2015), paleontologo, studioso di archeologia e antropologia, esploratore, imprenditore illuminato e appassionato collezionista.
Orario: 9 – 19,30. Martedì chiuso.
Sapori del territorio: “Galluccio Doc” – Bianco, Rosso e Rosato.
Abbinamenti: capocollo, caciocavallo affumicato, provolone del monaco, timballo, pesci alla griglia, zuppa alla marinara.