Al Palazzo del Senato di Milano le sfarzose tenute della Maison du Roy
L’esposizione “La Maison du Roy – 1690-1792” mostra una panoramica completa dell’evoluzione del costume d’apparato, e degli eventi chiave della storia di Francia e d’Europa nel ‘700. Venticinque manichini a grandezza naturale accoglieranno i visitatori, in una suggestiva rappresentazione del potere delle guardie reali, figure emblematiche della monarchia francese durante l’era dell’assolutismo da Re Sole a Luigi XVI, simbolo di forza militare ma anche di sfarzo e superiorità. La mostra si apre il 4 dicembre al Palazzo delle Esposizioni di Milano.
Sapori di Natale: A differenza di molte altre Regioni, la Lombardia è quella che in assoluto presenta una forte diversità territoriale sulle usanze e tradizioni gastronomiche natalizie.
Nella zona di Mantova la tradizione della Vigilia di Natale, quando il menù deve essere rigorosamente di magro, prevede i tortelli di zucca, mentre come secondo piatto viene servito il pesce. Il piatto forte del Pranzo di Natale è invece una polenta con un sugo ricco di salsicce e carni di maiale. Sui tortelli di zucca esiste tutta una letteratura: non si potrebbe immaginare una Vigilia senza tortelli, che sono, in conclusione (anche per il colore del frutto adombrante l’immagine dell’oro) il segno materiale con cui si vuole propiziare il benessere familiare e rappresentare simbolicamente il misticismo della festa, la quale, altrimenti non “farebbe” Natale.
Il tradizionale pranzo di Natale a Milano ha da sempre, come piatti forti, i ravioli in brodo, i lessi misti e il tacchino arrosto. Per i dolci, non mancano mai il torrone e il panettone.
Il Pranzo natalizio del comasco è prevalentemente a base di gnocchetti di fegato e tortelli in brodo di cappone e di cappone lesso, seguito dai dolci tipici locali: “mataloc” e “paradel”.
Il menù tradizionale nel pavese prevede agnolotti in brodo di cappone, risotto, gallina ripiena e mostarda.
A Voghera invece del risotto si porta in tavola la “peperata”, una zuppa di pangrattato, salsiccia e sugo d’arrosto, insaporita con zafferano. Il dolce tipico natalizio è il croccante di mandorle, mentre un tempo per la frutta si evitava accuratamente la mela, pomo della discordia.
Nella zona di Cremona il torrone è il dolce più diffuso delle feste, mentre nell’Alta Brianza, il piatto tradizionale era la polenta, con un sugo di interiora di pollo: infatti la seconda portata era costituita in molti casi di pollo arrosto.
Nella zona di Varese il Pranzo tipico di Natale prevede agnolotti in brodo di cappone e tacchino ripieno con le castagne.
Balthus a Roma con due mostre: Scuderie del Quirinale e Villa Medici
È a Balthazar Klossowski de Rola, detto Balthus che Roma dedica, fino al 31 gennaio, una doppia mostra in un percorso completo dell’artista che si snoda nei saloni delle Scuderie del Quirinale e in quelli di Villa Medici per la quale Balthus fu direttore dell’Accademia di Francia dal 1966 al 1971. Le mostre insieme riuniscono oltre 200 capolavori, un appuntamento imperdibile per gli amanti dell’arte a 15 anni di distanza dall’ultima monografica di Balthus in Italia. La mostra sarà in seguito al Kunstforum di Vienna dal 17 febbraio al 19 giugno 2016, prima monografica dell’artista in Austria.
Sapori di Natale: La cena della Vigilia è rigorosamente di magro, con il trionfo del fritto (carciofi, ricotta, baccalà, mele, cavolfiore, ecc.), seguito da una minestra di arselle, oppure una minestra di ceci o la pasta al tonno. Il capitone viene servito in umido o allo spiedo, mentre una volta il dolce tipico era la “nociata”.
Il Pranzo di Natale solitamente è a base di cappelletti in brodo di cappone, seguito da cappone lesso. Nelle campagne laziali spesso al posto dei cappelletti si consumano tagliolini in brodo e per secondo, assieme al cappone, si serve anche la gallina ripiena.
Il dolce tipico del Natale nella maggior parte del Lazio è il “pangiallo”, una volta fatto con pochi, semplici ingredienti, ora arricchito da molta frutta secca. Molto diffusi anche i “mostaccioli”, dolcetti fatti con farina, miele, chiare d’uovo, pepe e cannella, tipici di questo periodo un po’ in tutta Italia e d’antica origine: pare che un pezzetto di mostacciolo sia stato l’ultimo cibo gustato da San Francesco.
Natale a Napoli 2015, stand gastronomici e mostre artigianali a Secondigliano
Il quartiere Secondigliano di Napoli, dall’1 al 30 dicembre, ospiterà la manifestazione Natale a Secondigliano. L’evento, coadiuvato dal Comune di Napoli, è promosso dall’associazione “Arte presepiale”. Lungo il corso principale del quartiere saranno allestiti una ventina di stand di prodotti tipici dell’enologia, della gastronomia, della pasticceria e dell’artigianato locale e campano, mentre in location apposite saranno esposti presepi, quadri e sculture realizzati a mano. Le luminarie illumineranno e coloreranno le strade del quartiere con l’augurio che da questo Natale ci sia una vera e duratura rinascita per tutta la città.
Sapori di Natale: In Campania, il cenone della Vigilia di Natale è ricco e sontuoso anche nelle famiglie più povere. Spessissimo il primo è costituito dagli spaghetti con vongole, seguiti dal baccalà fritto e in umido, dal capitone fritto e dal fritto misto (carciofi, pane, fegato, cardi, ecc..). Solitamente le torte salate precedono i dolci, a partire dagli “struffoli”, le paste di mandorle, i “mostaccioli”, i “sussamieli”.
Il menù del Pranzo di Natale è decisamente libero, nonostante sia composto da piatti ricchi, ad eccezione del dolce che prevede ancora gli “struffoli” e di un’insalata della “di rinforzo”.
Il menù del Pranzo di Natale tipicamente tradizionale iniziava con le tagliatelle all’uovo, prima del piatto forte che era la tacchina al forno con patatine novelle. Poi il momento del vero trionfo era la frittura: panzarotti, sfogliatelle di ricotta, fegatini, cervello, animelle, mozzarelle, scarola, pizzelle all’uovo, dadi di polenta, carciofi, funghi. Una grande avventura, che si chiudeva con finocchi e ravanelli conditi con olio, sale e pepe. E per finire i dolci: struffoli nel croccante, pasta di mandorle, torroncini, roccocò, raffioli, susamielli.